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Processi e principi del funzionamento psichico nella vita dei gruppi

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L’approccio psicoanalitico al gruppo ha come scopo quello di capire e spiegare i processi e le formazioni psichiche che operano nel gruppo, ma che non sono proprie di nessun individuo facente parte al gruppo.

Innanzitutto è bene precisare che per processo si intende una successione organizzata di fenomeni in movimento all’interno di una struttura che ne determina il funzionamento. I processi di gruppo sono molto complessi, in quanto riguardano due spazi, quello intrapsichico di ciascun soggetto e lo spazio comune del gruppo stesso. Inoltre sono complessi perché coesistono dei processi che hanno funzioni diverse e che porducono effetti diversi in questi due spazi.

Nei gruppi si possono identificare quattro categorie di processi: i processi psichici gruppali originari, i processi primari, i processi secondari, i processi terziari e i processi associativi.

Il gruppo, inteso come incontro di nuove persone, riduce molte certezze e costituisce una situazione potenzialmente psicotizzante, in quanto mobilità i nuclei psicotici di ogni soggetti nevrotico e lo costringe a pensare le sue immersioni nelle angosce e nelle difese psicotiche.

Aulagnier, nei suoi lavori, ha proposto una nuova concezione del processo originario, definendolo come un luogo e un processo di produzione della vita psichica preliminari agli spazi e ai processi primari e secondari. L’originario è quindi una forma di attività e una modalità di funzionamento psichico prodotto nell’incontro tra psiche dell’infans e il mondo. Più precisamente con un oggetto esterno eccitante, definito oggetto-zona complementare.

Nei gruppi, il processo originario, è innestato dalle esperienze di piacere e dispiacere che ciascuno ha provato nel suo incontro. I processi originari, quindi, lavorerebbero a stabiliti la presa o il rigetto degli o oggetti-zona equivalenti al seno.

I processi primari nel gruppo vengono descritti da Anzieu, il quale propone l’analogia del gruppo e del sogno. Secondo l’autore i fenomeni che si manifestano nei gruppi sono molto simili a dei contenuti manifesti, i quali derivano da contenuti latenti. Il gruppo è quindi come il sogno, il quale cerca una via per realizzare il proprio desiderio inconscio. Altri due processi rientrano in questa categoria, la diffrazione e la moltiplicazione del simile. La prima è responsabile della figurazione multipla degli aspetti dell’Io rappresentato dai suoi personaggi e oggetti che insieme formano un gruppo intero (i diversi membri del gruppo possono rappresentare per un individuo i diversi aspetti del suo gruppo interno). Inoltre la diffrazione è un meccanismo di difesa in quanto riesce ad occultare disseminando gli oggetti psichici, la figura dell’oggetto censurato; la moltiplicazione del simile, è un meccanismo utilizzato dal lavoro del sogno per rappresentare la frequenza di azione di un personaggio nel sogno.

Per ciò che riguarda i processi secondari, secondo Aulangnier, questo lavora lo spazio del secondario, cioè il luogo della formazione del significato. Ciò implica la prevalenza del principio di realtà e della partecipazione del soggetto ai simboli culturali (è quindi associato al lavoro del pensiero).

Secondo Dodds, il lavoro dei processi terziari è quello di rendere il racconto e il contenuto del sogno efficaci rendendoli abbastanza conformi alla struttura culturale tradizionale.

Come detto in precedenza, i processi associativi sono molto complessi nel gruppo, in quanto sono presenti una pluralità di discorsi intrecciati tra loro. Il lavoro di associazione si presenta come delle trasformazioni di enunciati che avvengono nei transfert e per effetti di essi che si sviluppano nello spazio gruppale.

Nel corso delle associazioni, si verificano alcuni avvenimenti associativi, che permettono a chi è in ascolto di trovare la facilitazione delle proprie rappresentazioni inconsce verso il preconscio. Nel gruppo, quindi, la parola di un individuo può aprire la strada ad un altro per il ritorno al rimosso.

(vedi pag. 92)

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